giovedì 11 luglio 2013

Monge, Luigi XVI e la geometria descrittiva


Riprendo da: L'elogio di Gaspard Monge fatto da lui stesso. Film del 1963.
Sceneggiatura e Regia: Ansano Giannarelli.
Consulenza scientifica: Giorgio Israel e Piero Negrini.
Introduzione al film di Lucio Lombardo Radice.

Nella presentazione del filmato viene posto il problema della ideologia dello sradicamento degli scienziati dal loro concreto substrato sociale: chi è Garpard Monge? Pochi saprebbero rispondere a questa domanda: matematici, fisici, architetti, ingegneri. Costoro direbbero che è stato il creatore della geometria descrittiva, cioè del metodo della doppia proiezione ortogonale, che consente di costruire un corpo, un edificio, una macchina a partire da disegni nel piano, soddisfacendo a esigenze ingegneristiche. Questa è una risposta esatta, ma parziale, incompleta. 
Monge (1746-1818) fu un protagonista del suo tempo, uno dei realizzatori della École Polytechnique e della École Normale Superieure.

Il racconto della sua vita, fatto da lui stesso, prende le mosse dal ricordo della sua prima opera: la costruzione della pianta della città natale di Beaune. La pianta fu vista da un ingegnere militare, che lo raccomandò al comandante dell'accademia militare di Mezières. Nell'accademia, riservata agli aristocratici, Monge venne utilizzato come disegnatore e ammesso all'annessa scuola pratica. Ebbe l'occasione di farsi apprezzare quando fu incaricato di risolvere il problema del defilamento dai tiri di cannone, nella progettazione di una fortezza. Il problema è facile da risolversi se viene affrontato in un piano, ma quando vi sono delle irregolarità del terreno occorre tener conto delle tre dimensioni spaziali: Monge in luogo dei lunghi e difficili calcoli aritmetici si servì della suo metodo geometrico, a cui aveva pensato da tempo, che gli permise di arrivare rapidamente alla soluzione. Il suo metodo fu ritenuto così utile, che venne tenuto segreto perché giudicato di rilevanza militare. "Questo metodo l'ho creato? scoperto? fondato? No! Mi sono trovato al momento giusto alla fine di un processo che ha visto molti impegnati prima di me". La scienza - sembra che dica - è un prodotto della storia, della società. 
D'Alambert appoggia la sua candidatura all'Accademia, ove entra nel 1772 a ventisei anni: è ormai un uomo di scienza in corrispondenza con altri scienziati, un grande geometra. Ma Monge non è solo uno scienziato chiuso nel suo mondo di studi, sente le spinte della società: la Francia sta cambiando. Nel 1792, in piena rivoluzione, Monge diventa Ministro della Marina. All'Accademia, Lavoisier commenta sfavorevolmente la sua nomina, perché Monge non ha la necessaria preparazione politica. Monge gli risponde che gli scienziati non possono rimanere a guardare, come dei dell'Olimpo, anch'essi sono cittadini di Francia, non possono estraniarsi.
Monge discute, all'Accademia delle Scienze, con altri scienziati: Claude Louis L.Berthollet (1748-1822), Jean Charles de Borda (1733-1799), Jacques Dominique Cassini (1748-1845), Antoine François Fourcroy, Louis Bernard Guyton de Morveau (1737-1816) e Pierre Simon de Laplace (1749-1827) sulla situazione critica della nazione in guerra con il resto d'Europa. 
La Francia, allora, importava il salnitro, fondamentale per la polvere da sparo, il rame per il bronzo dei cannoni, ma i rifornimenti erano bloccati per la guerra e non erano solo le materie prime che mancavano, era soprattutto la tecnologia: non si sapeva produrre acciaio; i cannoni venivano fusi con procedimenti antiquati, perché erano sconosciute le tecniche moderne che permettevano maggiore produzione, uniformità e procedimenti più igienici per la salute dei fonditori. Questi accademici: chimici, fisici, matematici, meccanici, furono mobilitati per modernizzare la produzione di cannoni di bronzo per le armi di terra e di cannoni di acciaio per la marina; per la ricerca del salnitro e per la produzione di polvere da sparo; per escogitare tecniche utili all'incremento della produzione dei prodotti strategici, armi e munizioni, utili alla difesa della repubblica. 
Monge si distingue allora per la sua infaticabile attività. Mostra ai lavoratori della fonderia e ai militari le nuove tecniche, quelle che fisserà nel suo scritto Avis aux ouvriers en fer sur la fabrication de l'acier [del 1792] e nell'altro suo scritto Description de l'art de fabriquer les canons [del 1793]. Così apprendiamo che l'École Polytechnique produrrà ingegneri civili, militari e navali. Gli studenti avranno uno stipendio, cosicché anche chi è povero potrà studiare. 
Fulcro della didattica è l'insegnamento della geometria descrittiva, che è un linguaggio utile per chi crea e per chi deve realizzare; è anche un mezzo per ricercare la verità. Per questo è necessario introdurla nel piano di educazione nazionale, perché è indispensabile agli operai che devono dare una forma precisa agli oggetti.
L'Académie de Science sarà chiusa e poi trasformata in Institut de France. Il repubblicano Monge segue
Napoleone nella spedizione d'Egitto (e con Berthollet integrerà la commissione inviata da Napoleone in Italia
per prendere le opere d'arte più insigni).
Per la sua fede napoleonica e per aver firmato con altri il decreto della condanna a morte di Luigi XVI, viene
privato di tutti gli onori ed escluso dall'Institut de France. Due anni dopo, nel 1818, muore a Parigi.
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Aggiungo io.
L'impegno nella politica dopo la rivoluzione, per il quale firmerà, come Ministro della Marina ed insieme ad altri, il decreto di decapitazione del Re Luigi XVI, porterà  Gaspard Monge (1746-1818 - vedi ritratti) a trascurare gli interessi editoriali, specie per la geometria descrittiva e, infatti, uno dei suoi migliori allievi, Sylvestre-François Lacroix (1765-1843), pubblicherà nel 1794 a proprio nome e con il titolo Essais de géométrie sur le plan et les surfaces courbes (ou Eléments de Géometrie Descriptive)  le lezioni che Monge aveva tenuto nello stesso anno accademico. Monge pubblicherà le sue lezioni solo nel 1798 con il titolo Géométrie Descriptive, Leçons données aux écoles normales, l' an 3 de la République, an 7.  
Occorre ricordare, poi, che il "metodo" della doppia proiezione ortogonale lo aveva messo a punto almeno 30 anni prima (circa nel 1768, a 22 anni) e che, come ricorda proprio Lacroix, non aveva potuto pubblicarlo, né gli era concesso di insegnarlo, perché ritenuto un segreto militare (vedi: Charles Dupin, Essai historique sur les services et les travaux scientifiques de Gaspard Monge, Ed. Bachelier, Paris 1829, pag. 11, nell'immagine qui sopra).

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